Nine Marks of a Healthy Church/Introduction/it
From Gospel Translations
Dio, nella Sua bontà e nel Suo amore, non ci ha chiamato ad essere dei credenti isolati. Benché pecchiamo e siamo stati individualmente chiamati, dobbiamo riunirci in un’assemblea locale. Nel Nuovo Testamento questa assemblea è defi nita chiesa.
Oggi ci sono molti libri e numerosi oratori che promuovono come metodologia per creare una chiesa di successo ogni stile di adorazione, programma di computer, libro, sistema, corso, ministero, tipo di formazione, gruppo, fi losofi a, metodologia, dottrina, virtù, esperienza spirituale, sistemazione dell’area di parcheggio o struttura organizzativa. Chi ha ragione? Come si fa a dire che una chiesa è sana? Che cosa si può fare per incoraggiare una crescita biblica che glorifi chi Dio?
Questo libretto, nel quale suggerisco nove tratti distintivi di una chiesa sana, è uno strumento per cambiare le chiese. Non è tutto ciò che si potrebbe dire riguardo ad una chiesa e non si tratta necessariamente delle cose più importanti per essa. Ad esempio, il battesimo e la cena del Signore sono aspetti essenziali per una chiesa biblica, ma in questo testo non sono affrontati direttamente perché sostanzialmente sono praticati in ogni chiesa. Le nove caratteristiche affrontate da questo libro, sono tratti che possono contraddistinguere una chiesa e che possono identifi carla come una chiesa in buone condizioni, sana e biblica, rispetto a molte altre sue sorelle ammalate. Oggigiorno, i nove tratti distintivi esaminati sono piuttosto rari, occorre quindi che siano portati alla nostra attenzione e siano coltivati nelle nostre chiese.
Di certo, così come non ci sono cristiani perfetti in questa vita, non ci sono chiese perfette. Anche le migliori chiese sono ben lungi dall’essere chiese ideali. Né la corretta organizzazione né la predicazione coraggiosa, né l’offerta sacrifi cale né l’ortodossia dottrinale, possono garantire che una chiesa prosperi. Tuttavia, ogni chiesa può essere più sana di quanto non sia. Nella nostra stessa vita, non vediamo mai la vittoria completa sul peccato, ma come veri fi gli di Dio non rinunciamo mai a lottare. Neppure le chiese devono rinunciare alla lotta. I credenti, e in particolare i pastori ed i responsabili delle chiese, desiderano intensamente vedere delle chiese sane e s’impegnano a tal fi ne. Quindi l’obiettivo di questo libretto è incoraggiare questo impegno. Questo è il motivo per cui ho scritto queste pagine: desideriamo che Dio sia glorifi cato dal Suo popolo.
La dipendenza tipica della cultura americana dal pragmatismo e dal successo palese deve essere sostituita da un’umile fi ducia nella fedeltà a Dio e, in particolare, dal seguire i Suoi ordini, indipendentemente dai risultati immediati. Dobbiamo disporre di criteri che ci consentano di riconoscere e di incoraggiare gli sforzi di coloro che fondano chiese in aree a forte crescita demografi ca o nel corso di un risveglio, ma anche pastori fedeli in città stabili o in declino, oppure in zone rurali. Dobbiamo essere in grado di incoraggiare l’opera di Dio come si manifestò nel lavoro di William Carey o di Adoniram Judson e non soltanto in campagne di evangelizzazione o in missioni, con un gran numero di conversioni immediate.
Un invito alla prudenza: in quest’opera di ridefi nizione delle fi nalità e del modo di operare delle nostre chiese, non dobbiamo fare affi damento sulle facoltà evangeliche di teologia come strumenti di cambiamento e di trasformazione biblica. Le facoltà teologiche (denominazionali e non) sono istituzioni che hanno proprie funzioni e scopi per i quali sono state costituite, ai quali devono essere fedeli o morire. È così che deve essere. Perciò bisogna lavorare per un cambiamento in tempi lunghi, più lento e profondo delle nostre chiese.
Anche la migliore chiesa, lo ripeto, può essere ben lungi dall’essere la chiesa ideale, ma non per questo dobbiamo smettere di